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storia del museo

L’inizio della storia

Il Museo del Risorgimento viene inaugurato il 20 settembre 1917 nelle sale che dal 1819 ospitano l’Ateneo di scienze, lettere e arti accanto alla Basilica di Santa Maria Maggiore in città alta.

La decisione di aprire a Bergamo il Museo del Risorgimento viene adottata nel 1916 dalla giunta comunale governata da Zilioli, che forma nel mese di giugno una Commissione composta da sette membri esponenti del panorama culturale locale accomunati dal coinvolgimento nelle imprese risorgimentali e dall’orientamento liberalconservatore. Tra loro figurano anche i primi donatori di nuclei collezionistici: Cesare Camozzi Vertova, Giuseppe Locatelli Milesi e Achille Zappa, presidente della Società veterani e reduci.

Il manifesto

La giunta municipale invita la popolazione a collaborare alla raccolta di testimonianze storiche attraverso un manifesto che dichiara i presupposti ideologici su cui si fonda la costituzione del museo, eredità dell’Ottocento ed espressione del contesto della prima guerra mondiale.
Per gli intenti e lo spirito dell’organizzazione espositiva, il Museo bergamasco si ricollegava ai civici musei del Risorgimento sorti in Italia nell’ultimo decennio del secolo diciannovesimo, il cui intento era dichiarato: il Risorgimento come exemplum, come catarsi di tutto un popolo, in cui poter coniugare il sentirsi italiani con la nazione e lo stato.

20 settembre

La scelta della data di inaugurazione rimanda a uno dei momenti topici del Risorgimento: il 20 settembre 1870, quando il Regio esercito italiano fa breccia nelle mura e unisce Roma e il territorio laziale al giovane Regno d’Italia.
L’allestimento del Museo di Bergamo restituisce le linee ideologiche che ne sono all’origine. Grande rilevanza viene data ad esempio agli scontri armati e al sacrificio dei patrioti, così come al valore sacro e reliquiario delle testimonianze esposte che conferiscono ai documenti, agli oggetti e alle opere d’arte il valore di “carte dell’identità”.

 

Il trasferimento

Su progetto culturale di Antonio Locatelli e Locatelli Milesi, nel 1933 il Museo del Risorgimento, ospitato nella sede dell’Ateneo dalla sua apertura nel 1917, viene trasferito e riallestito all’interno del mastio della Rocca di Bergamo. Subito dopo il secondo Conflitto Mondiale il Museo si arricchisce di testimonianze relative alla Guerra di Liberazione e assume il nome di Museo del Risorgimento e della Resistenza.
All’inizio degli anni Ottanta il Museo viene chiuso per consentire il restauro della Rocca.

Un nuovo inizio

Nel 1997, dopo venti anni di chiusura, riapre come Museo storico della Città di Bergamo presso il Convento di San Francesco, con un allestimento temporaneo.
Nel 2003 il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi inaugura la Rocca dopo il suo restauro e l’anno seguente il museo viene lì trasferito con il nuovo nome di Museo storico di Bergamo. Il nuovo allestimento dà conto non soltanto delle trasformazioni politiche, sociali ed economiche della città, ma di tutto il territorio orobico. Dal 2002 è gestito da Fondazione Bergamo nella storia, e la Rocca è uno dei sei luoghi che compone la rete del Museo storico di Bergamo.

La nascita di Fondazione Bergamo nella storia

Nel 2002 nasce Fondazione Bergamo nella storia, creata con l’intento di proteggere, valorizzare e comunicare in forme nuove il patrimonio storico e l’identità del territorio bergamasco e di gestire il circuito del Museo storico di Bergamo.

Il Museo delle storie di Bergamo

20 settembre 2017: a cent’anni dalla sua nascita, il Museo storico di Bergamo non soltanto festeggia con un calendario ricco di iniziative, ma si rinnova cambiando il proprio volto con un nuovo brand. Ciascuno dei nostri sei luoghi sarà rappresentato da un’icona e un colore, ma tutti saranno riuniti sotto un unico nome: il “Museo delle storie di Bergamo”.